Dittico Puccini
Evento Speciale
CHIOSTRO ESTATE 2022
Montefeltro Festival presenta due opere liriche di Giacomo Puccini
SUOR ANGELICA – GIANNI SCHICCHI
Libretto di Giovacchino Forzano
Musica di Giacomo Puccini
Opere cantate e recitate in diretta, accompagnate da pianoforte.
Interpreti: gli studenti delle migliori università USA
M° concertatore e pianista, Jeffrey Price
Regia: David Ronis
Scene: Jillian Eddy
Costumi: Audrey Hamilton
Luci: David Navalinski
Una coproduzione internazionale LA MUSICA LIRICA USA & Le Voci del Montefeltro
Ingresso gratuito
Sinossi delle opere
SUOR ANGELICA
Angelica, giovane donna di nobile famiglia, è stata costretta a prendere i voti dopo aver messo al mondo un bambino nato da una relazione clandestina. Sono trascorsi sette anni e Suor Angelica non ha notizie del bambino, fino al giorno in cui al convento giunge la zia, con l’unico obiettivo di chiederle di rinunciare alla sua parte del patrimonio familiare per darlo come dote alla sorella minore, presto sposa. Angelica, però, chiede insistentemente notizie del piccolo alla zia, la quale, senza la minima compassione, le rivela che il bambino è morto da due anni a causa di una malattia. Suor Angelica è straziata dal dolore e decide di darsi la morte con una pozione di erbe velenose per raggiungere il suo bambino: mentre la morte si avvicina, la suora ricorda che il suicidio è peccato e chiede perdono alla Vergine che appare ad Angelica portandole il suo bambino tra le braccia, mentre esala l’ultimo respiro.
GIANNI SCHICCHI
Ambientato a Firenze alla fine del XIII secolo, racconta e mostra la scaltrezza di Gianni Schicchi, uomo della “gente nova”, che riesce a risolvere, a proprio vantaggio, una delicata situazione di eredità della famiglia Donati. Questi viene chiamato da Rinuccio, un giovane Donati innamorato della figlia di Schicchi: Lauretta. Donati e Schicchi, inizialmente, non sembrano voler collaborare per risolvere la situazione, ma sotto la pressione dei due giovani innamorati, cedono. Gianni fa nascondere il cadavere di Buoso e si infila nel suo letto, quindi, fa chiamare il notaio e, fingendosi Buoso, detta un nuovo testamento non senza aver prima ricordato ai Donati che nel caso in cui fossero scoperti, la pena prevista sarebbe stata: taglio della mano ed esilio da Firenze. Davanti al notaio e ai testimoni Gianni, dopo aver lasciato ai parenti i contanti e qualche possedimento, tiene per sé i beni più preziosi: la mula, i mulini di Signa e la casa di Firenze. Lauretta ha ora una cospicua dote e potrà sposare Rinuccio; mentre i Donanti dovranno lasciare la bella casa di Firenze.